03/03/2019

Il potere di un sorriso

di Valeria Sechi
Lifestyle

Chissà quante volte ti sarà capitato, magari in un momento di difficoltà, di sentirti dire “Sorridi e la vita ti sorriderà” e chissà quante volte questa frase ti sarà suonata come un vuoto slogan da cioccolatino, di quelli che trovi nei biscotti della fortuna e ti fanno pensare che, chi lo ha scritto, forse non aveva idea di cosa significasse affrontare ciò che tu in quel momento stavi affrontando. Eppure…

Personalmente non ho avuto una vita proprio facile, vengo da una famiglia meravigliosa e un po’ disastrata: un padre giocatore incallito che ci costringeva a continui traslochi, a sacrifici economici che rasentavano un livello di povertà estrema, a frustranti visite di ufficiali giudiziari, a misurarci, fin dalla più tenera età, con pensieri terribili sull’ingiustizia della vita.

Mi sono sposata giovanissima, forse anche un po’ per scappare da una realtà dolorosa, e mi sono trovata incastrata in una situazione, che seppur per ragioni diverse, mi ha costretto a rivivere gli stessi incubi di ristrettezze economiche, ufficiali giudiziari, stacchi di corrente e brutti pensieri, incastrata in una relazione, durata 32 anni e 5 figli, a lottare contro i mulini a vento. Una sorta di Don Chisciotte in gonnella, pazza e idealista, che ha continuato a combattere le proprie battaglie con la sola arma della resilienza.

Tutto questo per dirti che ciò che ti scrivo non lo scrivo dalla chez longue di una beauty farm, ma dalle quattro mura della mia casa, una casa che sta insieme a scotch, sputo e speranza, molta speranza!

Quando mi sono separata, con le pezze al “culo”, mi serviva un posto dove stare e degli amici, di quelli veri, che sanno concretamente esserci quando hai bisogno e che sono animati da un sentimento che si costruisce col tempo, mi hanno teso una mano e trovato una soluzione.

La mia casa sgarrupata è adesso il mio paradiso, ci vivo da quasi due anni con i miei figli: due di loro hanno già lasciato il nido, come è giusto che sia, e tre sono ancora con me, qualcuno perchè ancora troppo giovane, qualcuno perché la vita è stata più severa, come nel caso della mia piccola che è una bambina diversamente abile o, come amo definirla io, abilmente diversa!

Ti starai domandando cosa centri tutto questo col SORRISO: esattamente TUTTO!

Sono profondamente convinta, e posso dire di averlo sperimentato sulla mia pelle, che le cose che ci capitano nella vita non abbiano di per sè una valenza, siamo noi ad attribuirgliela con il nostro modo di reagire ed affrontale.

Siamo noi a determinare la gravità dei fatti e il peso specifico che essi hanno nella nostra vita.

Chi conosce la mia storia e sa con quali difficoltà mi devo quotidianamente misurare, mi chiede spesso come faccio a sorridere sempre, prima di tutto va detto che nessuno sorride SEMPRE, sarebbe ipocrita sostenere il contrario, abbiamo tutti momenti di sconforto in cui vorremmo spaccare tutto e lasciarci cadere nel baratro della resa, ma ciò che fa la differenza è proprio il relegare queste sensazioni al momento, confinarle all’istante in cui l’ennesima batosta della vita ci si para innanzi, concederci lo spazio della rabbia, del pianto, della delusione per poi ritrovare in noi stessi il grande immenso potere del sorriso.

Sorridere non è sintomo di incoscienza, ma manifestazione di volontà, la volontà, preso atto delle difficoltà che non si possono ignorare, di focalizzarsi sempre e comunque sul positivo e non sul negativo, la volontà di affrontare le cose con ottimismo.

Si sceglie di sorridere, a volte con un po’ di fatica, ma si sceglie di farlo perché si riconosce la validità di questa strada come unica percorribile per non farsi travolgere dalla tempesta, ma riuscire a governare il timone della propria esistenza anche nelle condizioni più avverse. Il sorriso è come una torcia: prova tu a trovare un calzino nero in una stanza buia! Non si trovano soluzioni in preda allo sconforto.

Non bisogna trovare un motivo per sorridere, ma sorridere per trovare ciò di cui abbiamo bisogno.

Il sorriso è un grande passepartout, a volte spendiamo energie smisurate per scardinare col piede di porco situazioni scomode o dolorose, col rischio di farci malissimo, quando basterebbe indossare un bel sorriso e affrontarle con leggerezza, quella leggerezza che non è superficialità, ma, come diceva Italo Calvino, “planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore”, perché solo con la giusta prospettiva riusciamo a decodificare gli accadimenti e a viverli nel modo giusto.

Il sorriso è il miglior strumento che possiamo utilizzare per illuminare e aprire il cuore di chi ci sta intorno ed è tanto potente da renderci invulnerabili alle intemperie dell’esistenza.

Fa tanto bene a chi lo riceve quanto a chi lo dona e produce un’onda di positività che, come cerchi in uno specchio d’acqua, raggiunge le sponde più lontane con i suoi echi di luce.

Prova a pensare che effetto ti fa entrare in un negozio, in un ufficio, in un locale, in un qualsiasi posto ed essere accolto con un sorriso piuttosto che con un muso lungo. Sperimentiamo quotidianamente questo potere senza rendercene conto.

Quante volte nel trovarti davanti una persona musona ti sei indisposto nei suoi confronti e nei confronti di ciò che in quel momento dovevi fare, rispondendo in modo altrettanto crucciato amplifichi questa sensazione, ma se rispondi con un sorriso anche a chi non lo fa, le cose prendono un’altra piega, hai mai provato?

Io non ho riconosciuto alla vita il potere di disarmarmi spegnendo il mio sorriso, se riuscirai a fare altrettanto ti garantisco che scoprirai di avere in te una forza che non immaginavi di possedere e niente e nessuno ti potrà abbattere.

Perché sorridere significa esattamente avere la consapevolezza di ciò che siamo, significa manifestare la sicurezza di un equilibrio che non viene dal conto in banca o da una stabilità affettiva, lavorativa o sociale, ma dall’aver capito che ognuno di noi è padrone di se stesso e può autodeterminarsi indipendentemente da quanto la vita dispone di farti affrontare.

Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta l'8 febbraio 2019 su 50enni.blog
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